Et voilà. Ci sono, sono viva. Oddio, viva è un parolone considerando il fatto che il mal di testa non mi lascia da settimana e continua a bussare alla mia calotta cranica. A parte questo, sono contenta di aver trovato un po di tempo per scrivere, anche se purtroppo, come già sapete, verifiche e interrogazioni sono all’ordine del giorno e non mi lasciano tempo nemmeno per respirare.
Per la cronaca, volevo dirvi che ho tagliato i capelli, una buona spanna di essi, adesso sono corti, per lasciare spazio ad una nuova Alessia, con un taglio di capelli più umano in maniera da non perdere manciate manciate quando devo lavarli. Nonostante il nuovo taglio di capelli, Alessia non cambia. Alessia non smette di essere la timida ragazza in costante lotta con i suoi pensieri. Ricordo un giorno in cui a scuola, non ricordo in merito a quale occasione, ci fecero “pescare” delle immagini su dei cartoncini che rappresentassero noi stessi. Io avevo scelto un quadro all’interno del quale erano disposti una serie di parallelepipedi gli uni concatenati agli altri. Alla domanda di una persona rispetto alla scelta che avevo compiuto, io risposi: “questa immagine è caratterizzata da linee dritte, semplici, basilari ed essendo una persona molto razionale, mi sentono affine a questo tipo di immagine.”. Quanto sarebbe bello per un po’ non essere razionali? Lasciarsi andare all’istinto, a ciò che ci dice il cuore e trovare una volta per tutte la chiave di risoluzione a tutte le paranoie. Ogni tanto mi sembra di essere congelata. Rimango ferma nella stessa posizione per un lungo lasso di tempo, senza accorgermi che sto diventando parte di essa, mi sto amalgamando a quella posizione, sto assumendo la stessa forma dello spazio che ho occupato. È come se tutto intorno a me girasse alla velocità della luce e io rimanessi ferma. Immagino me raggomitolata in un angolo, che tendo timidamente una mano verso il vortice in movimento e ad ogni movimento una ferita mi riconduce verso l’interno. Vi è mai capitato di sentirvi così?
Ogni tanto ci penso e credo che forse non ho ancora trovato del tutto me stessa, che forse sto ancora imparando a conoscermi e che forse ho bisogno di guardare in modo diverso le persone, che dovrei fidarmi di più, ma fidarsi può fare male. Male da morire.
Fondamentalmente, non so se è stata l’interrogazione di italiano su Leopardi a ridurmi in questo stato o la verifica di matematica di stamattina, nel dubbio, opterei per la seconda! 😂
Vi prego, abbiate pazienza. Sopportatemi, perché io non mi sopporto più. Apprezzo lo sforzo.
Alessia